Testimonianze
Un passo indietro
La violenza è il rifiuto di essere guardati. Lo sguardo degli altri la sconvolge perché rischia di trasformarla in continua agitazione e in distruzione di una relazione in mezzo ad una collezione infinita di esistenti. Il ruolo professionale, il progetto, il desiderio di esser utili rischiano di creare un oggetto in luogo dell’altro fatto. Un passo indietro è necessario per lasciare lo spazio ai ritmi di vita, le abitudini, il contatto e la distanza tra i corpi, odori e voci. La “crisi della presenza” (De Martino). Gli sguardi, le fotografie create sono rivelazioni di un mondo nuovo. Crisi, rituali, presenze, attraverso una continua oscillazione tra la sfera individuale e quella del gruppo hanno creato un tessuto attraverso universi “divisi” o “nascosti” e hanno costruito una narrazione delle loro esperienze, lasciando emergere i loro affetti in tutta sicurezza. Le immagini hanno giocato il ruolo di passeur verso uno spazio potenziale di trasformazione e cambiamento.
Violence is the refusal to be looked at. The gaze of others shocks her because she risks transforming her into continuous agitation and the destruction of a relationship in the midst of an infinite collection of existing ones. The professional role, the project, the desire to be useful risk creating an object in place of the other fact. A step back is necessary to leave space for the rhythms of life, habits, contact and distance between bodies, smells and voices. The “crisis of presence” (De Martino). The looks, the photographs created are revelations of a new world. Crises, rituals, presences, through a continuous oscillation between the individual sphere and that of the group, have created a fabric through "divided" or "hidden" universes and have constructed a narrative of their experiences, allowing their affections to emerge in complete safety. The images played the role of passeur towards a potential space of transformation and change.
Testimonianze